In allegato, il documento di intenti sottoscritto da Confindustria, CGIL, CISL e UIL per ricollocare la formazione al centro delle politiche del paese.
“Premessa
In un momento di profonda trasformazione del sistema produttivo, la formazione è per imprese e lavoratori un fattore di sviluppo decisivo e un driver di crescita economica e sociale.
Nel mettere al centro delle politiche di sviluppo la persona con le sue competenze Confindustria, CGIL, CISL e UIL ritengono assolutamente necessario l’incremento degli investimenti per la scuola, la formazione professionale, l’università e la ricerca, una migliore allocazione delle risorse, l’eliminazione di sprechi, duplicazioni o sovrapposizioni di iniziative.
Per questo è indispensabile confrontarsi sul funzionamento del nostro sistema d’istruzione e formazione professionale e sul suo ridisegno per individuare obiettivi di miglioramento, sia sul versante dell’inclusione sociale che delle fonti di vantaggio competitivo, in una prospettiva di apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
Ponendo un particolare accento sulle ricadute in termini di occupabilità e di occupazione con la firma dell’Accordo, Confindustria e CGIL, CISL, UIL, vogliono ribadire, anche e soprattutto in un momento di difficoltà del nostro sistema produttivo, quanto sia strategico lo sviluppo sul territorio di reti tra sistema formativo e impresa, con particolare attenzione alle PMI per il miglioramento delle competenze coerenti con i processi di innovazione del sistema produttivo.
Certamente, non a caso, la recente Riforma del mercato del lavoro ha ampliato la platea di interlocutori per un sistema di apprendimento permanente anche alle università, imprese, rappresentanze sindacali, Camere di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura e all’Osservatorio della migrazione interna per concorrere alla realizzazione di questi obiettivi.
Una programmazione formativa in sinergia con quella produttiva, finalizzata all’occupazione, all’occupabilità e alla creazione di impresa può essere sostenuta anche attraverso lo sviluppo di specifici poli settoriali in una logica di network tra istruzione e lavoro. Apprendistato, alternanza scuola lavoro, tirocini e ITS possono rappresentare importanti leve per lo sviluppo di queste relazioni.
Nell’ambito delle collaborazioni reticolari, i nuovi poli del sapere dovranno fare perno sulla centralità dei processi di innovazione e knowledge management per far emergere la domanda delle persone e delle imprese e sviluppare l’offerta formativa per il nuovo LifeLong Learning. I Paesi più avanzati hanno già preso a modello l’obiettivo delle tre LLL per affrontare il futuro delle persone, sempre più attenti all’apprendimento permanente ed alle esigenze dell’individuo giovane e adulto. Coerentemente con gli obiettivi della Strategia Europa 2020 è necessario innalzare i livelli complessivi di conoscenze e competenze anche per stimolare e porre le condizioni per la diffusione dei processi di innovazione nel sistema produttivo italiano.
In quest’ottica sarà necessario definire un piano di intervento sia per assicurare la finanziabilità dei progetti che ne accompagneranno lo sviluppo che per individuare nuove opportunità di fundraising.
La formazione per tutto l’arco della vita è un fattore decisivo per lo sviluppo dell’innovazione e per la crescita della produttività e della qualità del lavoro. E l’impresa è un contesto idoneo per lo sviluppo delle professionalità, come gli istituti d’istruzione e quelli formativi lo sono per acquisire conoscenze e metodi d’apprendimento. Competenze, conoscenze e esperienze sono gli elementi da testare e sviluppare per certificare le capacità reali del giovane assunto, come del lavoratore già in forza, con la chiara consapevolezza del valore dello strumento formativo e dell’efficacia di questo investimento. Per questo la formazione deve assumere un ruolo più significativo nelle relazioni industriali e deve essere comunque un riferimento nello sviluppo delle politiche per il lavoro.
Un ritardo che dobbiamo recuperare per proiettarci immediatamente verso il LifeLong Learning, rendendo l’offerta formativa meno autoreferenziale e più orientata ai bisogni delle persone e delle imprese, in un quadro di regole semplici – sostanziali più che formali – condivise e rispettate in quanto capaci”
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