Invecchiamento demografico, femminilizzazione del mercato del lavoro, vincoli nella spesa pubblica, abbandono delle attività manifatturiere a più basso valore aggiunto: sono alcuni degli elementi messi in evidenza nel Rapporto sul mercato del lavoro 2011-2012 elaborato dal CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro)
Dallo studio emerge che fino al 2020 il numero dei disoccupati aumenterà di oltre 1,5 milioni di persone per la popolazione d’età compresa tra 15 e 66 anni con una forte riduzione dei giovani attivi italiani e degli adulti fino a 54 anni, compensata dall’aumento dalla crescita della forza lavoro immigrata (oltre 1,3 milioni di persone) e soprattutto delle forze lavoro “anziane”.
Rimane ancora molto al di sopra della media europea la percentuale di Neet (Not in employment, education or training): oltre 2 milioni di persone nel 2011 tra i 25 e i 29 anni, il 24 %, contro una media europea del 15,6%. Di essi, circa un terzo dei giovani è totalmente escluso dal mercato del lavoro e al di fuori di qualsiasi percorso formativo. Si nota inoltre lo scollamento tra i risultati del sistema formativo e la domanda di lavoro che incrementa il fenomeno della over education (lavori a bassa specializzazione svolti da lavoratori con un livello di istruzione medio-alta) e determina un abbassamento del livello di valorizzazione del capitale umano. Nel Rapporto si evidenzia inoltre l’aumento della partecipazione femminile con una conseguente crescita dei servizi sostitutivi dell’attività domestica e ripercussioni sul piano del welfare.
La ricerca è stata realizzata da un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Carlo Dell’Arringa
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